Da qualche tempo la dieta Meta sta facendo molto discutere le persone che intendono dimagrire in salute, specialmente dopo che alcuni personaggi noti l’hanno seguita con buoni risultati. Proprio per questo motivo, e soprattutto con l’avvicinarsi dell’estate, è del tutto normale che l’attenzione sia alta, anche per lasciarsi alle spalle tutti quegli eccessi alimentari spesso hanno accompagnato il periodo pandemico. Ma come funziona la dieta Meta? Quali sono le fasi? Scopriamolo insieme nelle prossime righe approfondendo anche l’importanza dell’approccio psicologico.
Dieta meta: come funziona
Nell’immenso panorama dei regimi alimentari orientati alla salute e al dimagrimento, troviamo il cosiddetto metodo Meta lanciato dalla dietista Monica Germani. Sono già alcuni anni che la specialista promuove tale metodo, a quanto pare con successo. A contribuire alla sua notorietà c’è stata Noemi, famosa cantante che seguendolo il metodo ha perso 15 chili. E oggettivamente, negli ultimi tempi l’artista ha sfoggiato una linea davvero invidiabile.
Il protocollo Meta utilizza un approccio particolare perché parte dalla personalità più che dal corpo. Lo scopo è quello di ottenere una trasformazione duratura non solo sotto l’aspetto fisico, ma anche sotto quello psicologico. Secondo questo metodo infatti, il cambiamento deve essere prima di tutto psicologico, e in un secondo momento anche fisico. L’approccio di questo regime alimentare, multidisciplinare e profilato a seconda delle caratteristiche individuali, si avvale della collaborazione di diversi specialisti.
Tra i principali troviamo medici di medicina generale, pediatri, endocrinologi, cardiologi, psicologi, psichiatri e gastroenterologi. Il piano è stato concepito infatti come un protocollo medico destinato alle persone in sovrappeso e affette da obesità, che permetta loro di intraprendere un percorso di trasformazione graduale capace di affrontare gli aspetti psicologici legati all’obesità. Il primo passo è quello dell’accettazione, nel filone body positivity.
Si applica quindi una rieducazione fisica, comportamentale ed estetica, finalizzata al cambiamento dei tratti della personalità del paziente che conducono al sovrappeso. Secondo i propositi di questo metodo, chiunque lo potrebbe intraprendere, con risultati su qualunque livello di sovrappeso, anche grazie all’approccio personalizzato. La dieta META, inoltre, non esclude né preclude nessun cibo.
Dieta meta: fasi
Il percorso proposto dalla dieta META si articola in alcune fasi. Il test metabolico del Dna rappresenta un passaggio distintivo e fondamentale di questo regime alimentare. Nella fase della diagnosi un’equipe medico-scientifica approfondisce le caratteristiche del paziente a seconda del genoma, degli aspetti clinici, del livello di conoscenza e consapevolezza, del rapporto con il cibo e della sua capacità fisica. Tale prima fase iniziale è di fondamentale importanza.
Questo perché si cerca di far prendere coscienza al paziente dei suoi punti di forza, aiutandolo a superare la percezione del proprio corpo davanti allo specchio che solitamente rappresenta una grande fonte di insicurezza. L’analisi prende in considerazione lo stile di vita quindi le attitudini personali del paziente, con lo scopo di proporre azioni specifiche per il suo piano, che non entrino eccessivamente in contrasto con la quotidianità dell’individuo.
Come funziona la fase diagnostica
Come anticipato, la diagnostica si avvale dell’aiuto della nutrigenetica attraverso l’utilizzo del test metabolico del Dna mediante prelievo di saliva. Questo consente di analizzare nei particolari le peculiarità genetiche del soggetto rispetto alle intolleranze, e di conseguenza di individuare possibili alterazioni sul sistema cardiovascolare, peso, metabolismo, invecchiamento, risposta infiammatoria e salute delle ossa.
Ma non finisce qui, perché questo importante test fornisce anche informazioni sulla biochimica di ciascun organismo, permettendo la pianificazione di una strategia su quali azioni intraprendere, a seconda alla predisposizione genetica individuale. Nel momento in cui vengono formulate le indicazioni nutrizionali, profilate a seconda delle caratteristiche sopra citate, vengono eseguiti dei controlli settimanali di verifica del protocollo.
Gli appuntamenti avvengono con la dietista e il gruppo di supporto psicologico, senza dimenticare che in questa fase viene inserito anche l’allenamento fisico. La fase di mantenimento invece, consolida la rieducazione alimentare. Lo scopo è quello di rendere autonomo il paziente. Il raggiungimento di un buon equilibrio psicofisico permette anche l’avvio di una delicata fase destinata alla cura della bellezza e dello stile personale.
È in questo momento che entrano in gioco esperti consulenti d’immagine che hanno il compito di insegnare a valorizzarsi e a prendersi cura di sé. I vantaggi per l’autostima non potranno che essere tangibili. Per rendere il processo del dimagrimento meno difficile da affrontare inoltre, un team di chef insegnerà a cucinare piatti gustosi ma sempre sani. Lo scopo principale è quello di evitare la carenza di piacere per il palato data dalla monotonia alimentare che spesso contraddistingue i regimi alimentari finalizzati alla perdita di peso.
Dieta meta: importanza dell’approccio psicologico
Nella dieta Meta un’attenzione particolare è mostrata verso l’approccio psicologico. Se manca un buon approccio in tal senso, si perdono tutti quei pazienti che non riescono a seguire un regime alimentare comunque più restrittivo di quello seguito fino a quel momento. Molti professionisti della nutrizione, peraltro, hanno seguito corsi specifici su questo. La psicologia è fondamentale per sostenere la motivazione dei soggetti.
Questo è il motivo per cui moltissimi nutrizionisti collaborano in via stabile con psicoterapeuti, che aiutano i pazienti nella comprensione di cosa siano i disturbi del comportamento alimentare. Molte persone si dimostrano infatti borderline rispetto a questa sintomatologia, e proprio per questo motivo non si può prescindere da un approccio psicologico. Con tutti questi presupposti è del tutto normale chiedersi se la dieta Meta funzioni o meno.
Se si applicassero le linee guida dettate dall’OMS e il modello tipico della dieta mediterranea, ci ritroveremmo nell’alveo del modo di agire di un bravo professionista. Per fare in modo che un metodo venga seguito e ufficialmente riconosciuto però, innanzitutto sarebbe opportuno diffonderlo, partendo possibilmente da una pubblicazione scientifica. Purtroppo non è il caso della dieta META, di cui si sa davvero molto poco oltre ad alcune informazioni legate soprattutto al marketing.
Per fare un esempio concreto, al momento non si sa quasi nulla su cosa venga proposto in più o comunque di diverso rispetto alle linee guida generalmente seguite nella pratica nutrizionistica. In questo modo quindi, non è possibile parlare di scienza. Di conseguenza, in mancanza di informazioni certe, risulta davvero molto difficile esprimersi in merito”.