Zafferano: cos’è, proprietà, calorie, controindicazioni

zafferano

Lo zafferano è considerata una delle spezie tra le più preziose al mondo. Basti pensare che un grammo di pistilli della miglior qualità può sfiorare i 30 euro. Si caratterizza per un sapore pungente e per un colore particolarmente intenso, aspetti che lo rendono un ingrediente insostituibile in cucina. Senza dimenticare che alcuni fitonutrienti dello zafferano hanno proprietà davvero interessanti. Nelle prossime righe dunque, vedremo insieme nel dettaglio cos’è, le sue proprietà, le controindicazioni e tutto quello che occorre sapere.

Zafferano: cos’è

Lo zafferano si ottiene da una varietà di croco, Crocus sativus. Si tratta di una pianta della famiglia delle Iridacee. Il croco è una pianta erbacea perenne che fiorisce in autunno con dei fiori dal bel colore viola. La pianta raggiunge un’altezza di 15-30 cm e da ogni fiore spunta uno stilo con tre punte. Tali punte terminano con uno stigma di 20-30 mm. e per ottenere lo zafferano si  utilizzano proprio i tre stimmi, la parte destinata a ricevere il polline, raccolti a mano  e successivamente essiccati.

Il nome zafferano deriva dall’arabo za῾farān che a sua volta deriva dal persiano zaâfara. Tale termine indica proprio il croco. Attualmente più del 90% della produzione mondiale di zafferano proviene dall’Iran. Tra gli altri importanti produttori troviamo Grecia, Marocco, India , Spagna e Italia. In Italia invece, la coltivazione è diffusa in Sardegna, Toscana, Abruzzo, Umbria e Marche. Le aziende coinvolte nella produzione della spezia sono oltre 300.

Zafferano: proprietà

Lo zafferano è una droga molto utilizzata in gastronomia come colorante, ma presenta anche alcune interessanti proprietà terapeutiche. Proprio per questo motivo lo zafferano è conosciuto da tempo in medicina popolare come eupeptico, sedativo e antispastico. A causa della sua alta tossicità a dosi elevate però, l’impiego è limitato alla sola cucina. Ad ogni modo, allo zafferano sono attribuite interessanti proprietà, fra cui spiccano quelle digestive.

Lo zafferano infatti, ovviamente se assunto a piccole dosi, è capace di stimolare la secrezione dei succhi gastrici, e proprio per questo motivo può favorire la digestione. Nonostante ciò, a causa della sua tossicità l’utilizzo non è stato approvato per nessuna finalità terapeutica. Dobbiamo comunque precisare che numerosi studi sono stati svolti per approfondire le proprietà dello zafferano che potessero essere utilizzabili  in campo medico.

Lo zafferano viene utilizzato nella medicina popolare per stimolare la digestione, ma nella medicina cinese invece, è usato in caso di menorragia e amenorrea. Ma non finisce qui, perché nella medicina indiana viene impiegato per il trattamento di bronchiti, mal di gola, mal di testa, febbre e vomito. Anche in ambito omeopatico lo zafferano viene usato il trattamento di epistassi, dismenorrea, mestruazioni emorragiche e isteria.

Zafferano: dieta

Lo zafferano contiene una serie di sostanze benefiche capaci di stimolare la produzione di serotonina. Si tratta dell’ormone responsabile del benessere, ma anche della regolazione dell’appetito.  Oltre a questo ha anche un effetto benefico sull’apparato circolatorio, che a sua volta può accelerare il metabolismo. Lo zafferano quindi, è estremamente utile per la gestione della fame nervosa perché in grado di aumentare la serotonina, il neurotrasmettitore della felicità.

Alcuni studi hanno evidenziato come lo zafferano sia capace di bruciare i grassi depositati, eliminare gonfiore e pesantezza addominali, regolare l’intestino ed eliminare I gas.  Altri studi invece, hanno dimostrato la capacità del crocus sativus di regolare la glicemia ed i picchi glicemici, e proprio per questo motivo è molto indicato per chi ha il diabete. In sintesi, lo zafferano è da utilizzare in caso di dieta dimagrante oppure se si pratica molto sport grazie alle sue capacità antiossidanti.

Zafferano: calorie

100 grammi di zafferano garantiscono al nostro organismo circa 310 calorie. Dobbiamo considerare però, che una bustina mediamente contiene solo 0,15 grammi di zafferano. Ciò significa che l’apporto calorico di una quantità utilizzata per la preparazione di un risotto è sostanzialmente nullo, addirittura meno di una caloria.

Zafferano: controindicazioni

Il consumo eccessivo di zafferano può interferire in caso il soggetto stia assumendo farmaci anticoagulanti o per la pressione. La spezia, se consumata a piccole dosi però, non dovrebbe causare particolari problemi. Il discorso cambia profondamente in situazioni di sovradosaggio. In questi casi infatti. È possibile andare incontro a vertigini, torpore e sanguinamenti da riduzione del numero di piastrine, vomito, coliche intestinali, e persino sanguinamento uterino.

Potrebbe verificarsi anche una sensazione di stordimento, di ingiallimento della cute e delle mucose e nei casi estremi anche una paralisi centrale. In caso d’iperdosaggio da zafferano, tornano sicuramete utili la somministrazione di carbone attivo oppure la lavanda gastrica.

Zafferano: morte

Sembra zafferano ma non lo è. Il suo nome è Colchicum Autumnale, e l’aspetto esteriore è oggettivamente quello di una pianta graziosa.  I suoi fiori infatti, sono di un viola chiaro molto intenso. Tale aspetto innocuo però, nasconde un’insidia mortale, ovvero la colchicina. Si tratta di una sostanza tossica capace di uccidere un essere umano in poche ore. Non sono mancati infatti in passato casi di persone la cui imprudenza è purtroppo costata la vita, anche in diverse zone del nostro Paese.

Chi subisce un’intossicazione di questo tipo, solitamente lamenta sintomi da gastroenterite, ma che come detto nascondono molto altro. Se non presa in tempo la situazione, può portare alla morte.  In autunno, magari quando si passeggia in un prato o in un bosco quindi, non è sufficiente prestare attenzione ai funghi. Anche il colchino infatti, è un abitante pericoloso dei nostri prati. Tra l’altro viene definito “zafferano bastardo” proprio per i motivi spiegati in precedenza.

L’appello dei medici infatti, è quello di non improvvisarsi cercatori di primizie, e di conseguenza di non fidarsi mai dell’aspetto esteriore di una pianta o di un fiore, che in questo caso tra l’altro è anche particolarmente attraente. Il Colchicum autunnale è un’erba velenosa estremamente tossica, quindi non bisogna toccare né il fiore né la pianta perché anche il solo contatto può essere causa di danni alla pelle. Se ingerita invece, provoca bruciore alle mucose, nausea, vomito, coliche, fino al delirio.

Nei casi più estremi, come detto, si può arrivare alla morte. In montagna spesso si trovano muli morti avvelenati nelle zone dove il Colchicum è diffuso. Le ipotesi sulla loro morte riguardano proprio la possibilità che gli animali possano confonderlo  con le piante commestibili.