Tra i probiotici non batterici, in cima alla lista c’è Saccharomyces boulardii, uno speciale lievito di origine non umana che ha subito numerosi studi scientifici e clinici per determinarne e dimostrarne gli effetti benefici sulla nostra salute. Nelle prossime righe vedremo insieme nel dettaglio a cosa servono, quanto e quanto assumerne e tutto quello che occorre sapere.

Boulardii:fermenti lattici

Il Saccharomyces boulardii (SB; famiglia Saccharomycetaceae, ramo del regno dei funghi Ascomiceti) è un lievito definito dalla Nomenclatura Standard Internazionale come una sottospecie di Saccharomyces cerevisiae, ovvero del lievito di birra. Le sue caratteristiche tassonomiche, metaboliche e genetiche però, sono molto differenti, e per certi versi, tali differenze gli permettono di essere considerato come una specie separata all’interno della sua famiglia.Microbiota intestinale

SB fu isolato e identificato per la prima volta negli anni ’20 dallo scienziato e microbiologo Henri Boulard dai frutti di litchi e mangostana. Da allora, numerosi studi scientifici hanno mirato a dimostrare gli effetti antibatterici e antinfiammatori di SB a livello gastrointestinale umano, in particolare nel trattamento degli stati diarroici acuti e subacuti e nelle manifestazioni della sindrome da malassorbimento intestinale cronico. Il Saccharomyces boulardii ha alcune caratteristiche che lo rendono un probiotico anche se non fa parte del microbiota umano, ovvero:

Boulardii: a cosa servono

Numerosi studi clinici hanno dimostrato che l’uso di Saccharomyces boulardii è efficace per:

Ma scendiamo nel dettaglio e scopriamo quali sono i principali benefici, ovvero:

Tutti questi meccanismi d’azione sono supportati dalla ricerca scientifica, che fanno di Saccharomyces boulardii  il miglior probiotico sul mercato, un prodotto davvero unico per i problemi gastrointestinali di tutte le età.Dolore allo stomaco

Boulardii: quando e quanto assumerne

Quando è possibile assumere Boulardii? La risposta è molto semplice, ovvero in qualsiasi momento della giornata. L’assunzione ottimale è a stomaco vuoto perché il cibo ne riduce l’assorbimento. Il consiglio è quello di ripetere un ciclo di 10 giorni secondo necessità. È meglio assumere assumere capsule o fiale? Le capsule contengono melissa, che sfiamma l’intestino e sono insapori.

Si può versarne il contenuto nel succo o nello yogurt per mascherare il gusto della polvere. La boccetta invece, è pratica, piacevole da bere e ricca di fruttoligosaccaridi. Si tratta di un prodotto la cui assunzione è possibile anche mentre si prendono antibiotici. Questo perché consente di proteggere la flora intestinale.

Boulardii: controindicazioni

Rari casi di fungemia, inclusi decessi in pazienti critici, si sono verificati in alcuni soggetti trattati con Saccharomyces boulardii. Il farmaco è controindicato nei pazienti critici o immunocompromessi. Anche le persone nelle immediate vicinanze dei pazienti trattati con Boulardii possono essere a rischio di contaminazione microbica. Pertanto, è necessario prestare particolare attenzione nella manipolazione di questo prodotto in caso di pazienti critici o immunocompromessi o in pazienti che utilizzano cateteri venosi centrali o periferici.

Boulardii: opinioni

Quando si parla di probiotici e fermenti lattici le opinioni sono contrastanti. L’assunzione giornaliera ha scarso effetto sulla funzione intestinale. Dalle ricerche disponibili, non sembra migliorare la regolarità intestinale, il gonfiore o il disagio addominale. Nei casi di costipazione cronica, è stato dimostrato che 4-8 settimane di assunzione di enzimi aumentano di una volta sola il movimento intestinale per ogni settimana. Mancano prove dell’utilità dei probiotici, anche nel contesto della sindrome dell’intestino irritabile.

Alcuni piccoli studi hanno mostrato un potenziale effetto positivo su alcuni sintomi (dolore addominale, frequenza dei movimenti intestinali, gonfiore), ma sono quasi sempre molto lievi e sono stati valutati solo a breve termine, non riuscendo mai a dimostrarne in modo convincente l’efficacia. Anche l’assunzione di enzimi durante o dopo il trattamento antibiotico per “riparare” la flora intestinale ed evitare la diarrea non ha grandi vantaggi.

Questo non solo perché la diarrea indotta da antibiotici è rara, ma anche perché la flora si stabilizza da sola. Gli studi hanno dimostrato che solo 1 caso di diarrea è stato prevenuto in 7-14 bambini che li hanno assunti durante il trattamento. Tutti gli altri bambini assumeranno probiotici senza alcun beneficio. Quelli in terapia antibiotica a lungo termine, come quelli per eradicare l’Helicobacter pylori, potrebbero trarne maggiori benefici. Per quanto riguarda l’assunzione durante la gastroenterite virale per accelerare la guarigione e favorire il recupero, le ultime ricerche sui bambini sono abbastanza chiare: l’assunzione di probiotici ha poco o nessun effetto.