Pro o contro la sperimentazione animale?

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L’Italia manca di sensibilità verso gli animali?

La prima regolamentazione in Italia della sperimentazione sugli animali arriva nel 1941 con la legge n.615, in base alla quale i test su animali potevano essere condotti “con moderazione” e “in condizione di inderogabile necessità” da laureati in Biologia, Medicina o Medicina Veterinaria. Nel 1992, con la legge n. 116, viene introdotto un regolamento molto più ampio e articolato, in vigore ancora oggi: tale legge vieta innanzitutto ogni tipo di vivisezione ed esperimento senza anestesia, e inoltre limita la sperimentazione ai casi in cui non vi sono tecniche alternative, privilegiando le cavie neurologicamente meno avanzate e causando il minimo stress e dolore all’animale.

Questa legge viene completata e ampliata da una direttiva europea del 2010, che promuove la ricerca e lo sviluppo di metodologie alternative, pur riconoscendo la necessità della sperimentazione sugli animali.

In seguito alla pressione delle associazioni animaliste, però, l’Italia ha introdotto con la legge n. 26 del 2014 norme ancora più restrittive, accolte con disappunto dalla comunità scientifica poiché ritenute un ostacolo per l’avanzamento della ricerca: avendo deciso di non uniformarsi alla direttiva del 2010, l’Italia rischia una sanzione da parte dell’Unione Europea.

Argomentazioni a favore e contro

Le argomentazioni più frequentemente portate contro la sperimentazione sugli animali sono tre: il fatto che non sia utile o necessaria a causa delle differenze genetiche tra umani e cavie, il fatto che sia pienamente sostituibile con metodiche alternative, e il fatto che sia un atto barbarico che causa enormi sofferenze.

Chiariamo innanzitutto una cosa: a nessuno scienziato fa piacere sperimentare sugli animali. A nessuna casa farmaceutica fa piacere sperimentare sugli animali, perché è costoso: gli animali vanno tenuti in condizioni adeguate che ne garantiscano il benessere, è necessario avere un veterinario in situ e ovviamente le cavie vanno nutrite e allevate. Se tutte queste spese potessero essere evitate con una semplice simulazione al computer, le case farmaceutiche sarebbero ben liete di farlo: purtroppo, per quanto si possano ottenere risultati con colture batteriche in vitro e simulazioni al computer, la sperimentazione sugli animali è ancora necessaria in molti ambiti, come lo studio dei tumori e delle malattie cardiovascolari.

Per quanto riguarda invece la diversità genetica tra le cavie e gli esseri umani, essa è minore di quanto si pensi: il topo condivide l’85% del suo genoma con l’essere umano, e sia nel topo che nell’uomo gli stessi geni svolgono le stesse funzioni. Tutti i farmaci vengono sperimentati sull’uomo prima di essere messe in commercio, ma prima della sperimentazione sull’uomo si passa da quella sugli animali.

Empatia verso gli animali, ma non verso gli esseri umani che..

Tra coloro che si oppongono alla sperimentazione sugli animali vi sono coloro che suggeriscono di sperimentare su carcerati come assassini e stupratori: tralasciando le enormi implicazioni etiche di una sperimentazione del genere, essa non sarebbe neanche lontanamente paragonabile, come efficacia, ai test sulle cavie.

I vantaggi della sperimentazione animale

Le cavie di laboratorio sono geneticamente omogenee, vivono in un ambiente sterile fin dalla nascita e si riproducono in fretta dando vita a nuove generazioni, permettendo così di selezionare le cavie con un corredo genetico desiderabile per lo studio di una certa patologia. I carcerati non hanno nessuna di queste caratteristiche, ma anche se le avessero, il ciclo riproduttivo di un umano è troppo lento: tralasciando sempre le implicazioni etiche, sarebbe necessario aspettare 15-20 anni tra una generazione di umani e l’altra, rendendo enormemente difficile condurre qualsiasi tipo di esperimento.

La direttiva europea sulla protezione degli animali usati per la sperimentazione nasce per garantire il benessere degli animali, lavorando sulle 3R:

  • Replacement
  • Reduction
  • Refinement

Ciò vuol dire che ci si impegna nel sostituire la sperimentazione animale con altre tecniche quando possibile, ridurre il numero degli animali quando non lo è, e nel perfezionare le tecniche per evitare ogni sofferenza all’animale.

Ma è vero che gli animali soffrono?

Si stima che il 94% delle cavie sottoposte a esperimenti non soffrano alcun tipo di dolore; il restante 6% degli esperimenti riguarda principalmente farmaci antidolorifici, per valutare la cui efficacia il dolore è purtroppo un elemento imprescindibile.

Conclusioni

Per quanto toccanti siano le immagini degli animali oggetto di ricerca, grazie agli esperimenti sugli animali molte malattie che nel passato rappresentavano una condanna a morte sono oggi pienamente curabili, e ancora oggi si fanno progressi che non sarebbero altrimenti possibili. In ogni aspetto della vita umana è necessario cercare un compromesso, le cose non sono bianche o nere, ma sono spesso complesse e informarsi, superare l’emotività ed esprimere un giudizio non è facile quanto sembra. Quale che sia la vostra opinione, l’importante è che non sia superficiale e tenga conto della realtà in tutta la sua complessità e tutte le sue sfaccettature!

Commenti

Riportiamo un commento particolarmente significativo: Io ho una pelle delicatissima e mille allergie, mi trucco poco (fondotinta, correttore, eyeliner, mascara, burrocacao colorato; altro lo metto solo nelle occasioni speciali), e ti assicuro che ho penato parecchio per trovare prodotti che non mi facessero reagire in modo strano. Il fondotinta mi dava bolle, prurito o acne, l’eyeliner mi faceva gonfiare gli occhi, lo struccante li faceva diventare rossi come pomodori, addirittura lo smalto si portava via strati di unghia morti, ecc. Alla fine ho ceduto, compro prodotti super testati di farmacia (che tra l’altro spendo la stessa cifra che spenderei per prodotti di qualità media in una normale profumeria, anzi, in certi casi risparmio pure) e non ho più avuto problemi.
A me può anche dispiacere per il criceto, ma stavo diventando cieca, mi potevo truccare un giorno sì e 10 no, e la mia pelle faceva schifo; ora non ho più problemi. Visto che è tutta roba che ti metti addosso, che traspira nei tessuti, e che viene anche messa in punti delicati (come ti ho detto, viso e occhi, ma posso pensare anche a una crema che viene spalmata sul seno, ad esempio), il discorso è leggermente più complesso di “se ti mangi il rossetto sei un coglione” (grazie tante)