Cosa sono i Vasi Sanguigni e come funzionano? Istologia, vasi sanguigni dilatati, arterie, vene e capillari: il corpo è governato da sistemi chiusi in continua attività, chiamati sistemi. I vasi sanguigni o sanguiferi sono tra i più importanti costituenti, non soltanto dell’apparato cardiocircolatorio, ma dell’intero organismo.
I vasi sanguigni sono dei condotti all’interno dei quali scorre un liquido che è il sangue. Questi hanno una fonte primaria che funge da generatore o meglio, da motore, ovvero il cuore, regolando a sua volta la pressione sanguigna. La loro funzione principale è quella di ospitare il flusso sanguigno, importante per l’organismo perché porta ossigeno e sostanze nutrienti ai tessuti del corpo per poi rimuovere da essi i prodotti di scarto. I principali vasi sanguigni di cui il nostro organismo è composto sono:
- Arterie (arteriole incluse)
- Vene (venule incluse)
- Capillari
I tre tipi di vasi hanno una struttura diversa che dipende maggiormente dalla funzione che svolgono e soprattutto dalla pressione che devono sopportare, sempre in relazione alla loro funzione. La pressione che il sangue esercita sulle pareti dei vasi infatti non è costante e diminuisce man mano che ci si allontana dal cuore, variando anche in base alla direzione di flusso che devono sopportare. Troppi giri di parole? Niente panico, nei prossimi paragrafi vi spiegheremo cosa intendiamo. (Vedi anche: Piastrinocrito nelle analisi del sangue).
Tabella dei contenuti
ToggleVasi sanguigni dilatati
Oggigiorno si sente spesso parlare di malformazioni, seppur congenite, dei vasi sanguigni, malformazioni che possa anche riguardare una rottura o una dilatazione.
Le malformazioni vascolari sono delle alterazioni nella maggior parte dei casi congenite, che possono aumentare di ampiezza in base a situazioni di notevole rischio come lo è ad esempio l’ipertensione arteriosa. A grandi linee esistono due tipologie di alterazioni:
- gli aneurismi cerebrali
- le malformazioni propriamente dette.
Gli aneurismi sono delle dilatazioni circoscritte delle arterie intracraniche di forma sacculari, le quali si formano per lo sfiancamento di un piccolo tratto della parete arteriosa dovuto a una perdita della lamella elastica. La parete dell´aneurisma per questo motivo è estremamente fragile. I sintomi quindi sono associati alla rottura della sacca, che generalmente avviene senza avvisare.
Istologia dei vasi sanguigni
Vediamo adesso qual’è l’istologia dei vasi sanguigni. Con il termine “istologia” si fa riferimento a quella branca della biologia che studia la struttura interna (microscopica) dei tessuti. In questo caso, essendo vasi sanguigni, l’istologia di questi riguarda la loro composizione, ovvero essenzialmente le arterie, le vene e i capillari.
Le arterie
Partiamo dalle più grandi: le arterie. Le arterie sono resistenti ed elastiche, hanno la capacità di sopportare una pressione intermittente e molto forte. Il loro compito è quello di portare il sangue dal cuore ai tessuti, perciò capite bene che il flusso è molto intenso. Le arterie non si mantengono per tutto il corpo di questo calibro, anzi, tentano di ramificarsi per distribuire equamente, oltre che la forza, anche il sangue stesso. In tal caso sia la pressione che la velocità del sangue, si riducono ogni volta che è presente una ramificazione, che si tratti di attrito o di volume che varia in base al calibro. Però in qualsiasi caso, la fisica ci spiega che velocità e pressione devono equilibrarsi per permettere l’adeguato raggiungimento della periferia. (Vedi anche: pressione sanguigna)
Parlavamo di istologia perchè caratteristiche sono le pareti di questi vasi, che parlando in questo caso delle artere, sono formati da tre strati:
- un epitelio monostratificato chiamato endotelio, che riveste il lume interno
- uno strato di tessuto muscolare liscio
- uno strato di connettivo costituito da fibre di collagene e da elastina.
La componente elastica è molto importante perché ha a che vedere con la resistenza che oppongono le arterie alle alte pressioni del sangue, che scorre rapidamente dal cuore. Le fibre elastiche di cui è composto funzionano tramite allungamento a ogni sistole e accorciamento a ogni fase di diastole. E’ proprio questo accorciamento che pressa il sangue e lo spinge in periferia: le arterie dilatandosi acquistano tutta l’energia ricevuta dalla contrazione cardiaca al sangue, per poi cederla lentamente al flusso ematico attraverso la fase di rilassamento cardiaco.
Questo meccanismo chiaramente si adegua al battito cardiaco, quindi all’attività del cuore, cosa che non sarebbe stata possibile nel caso in cui avessimo avuto dei sistemi più rigidi. Per quanto riguarda la componente muscolare, questa è importante nelle arterie di calibro più piccolo:le arteriole. Come funziona? Le cellule muscolari lisce presenti nelle pareti delle piccole arterie, permettono ai vasi interessati di restringersi, quindi si avrà vasocostrizione, o dilatarsi, quindi vasodilatazione. Con questi movimenti varia anche il quantitativo di sangue che score all’interno e di conseguenza anche la dispersione nei distretti corporei.
Le vene
Le vene invece sono dei vasi più particolari, anche perché hanno degli accorgimenti in più circa la meccanica del flusso. Sia le venule che le vene hanno il compito di raccogliere tutto il sangue che proviene dalla periferia per riconsegnarlo al cuore dove poi verrà ri-ossigenato e riprenderà il suo tragitto fisiologico. Ma la strada che essi percorrono non è uguale al percorso che le arterie invece affrontano, le vene infatti si ritrovano davanti a problemi che, per fare in modo che l’equilibro sanguigno non si guasti, devono risolvere.
- La pressione del sangue è estremamente più bassa, talmente poca da risultare quasi insufficiente a spingere il sangue verso il cuore.
- Le pareti delle vene, ve lo spiegheremo, sono più sottili e per la loro bassa componente dilatabile, il sangue tende ad accumularsi nelle vene, ecco perchè si dice che più del 60% del volume totale di sangue si trova nelle vene.
Il flusso sanguigno delle vene che si trovano nella parte superiore del corpo, semplicemente, è garantito dalla forza di gravità, cosa che non è concessa alle vene inferiori che lavorano contro la gravità, e sono quelle che hanno maggior ostacoli da affrontare. La forza di quest’ultime è dovuta alla compressione delle vene presente solo grazie alla componente contrattile dei muscoli scheletrici che le circondano. Sì una prolungata contrazione fa bloccare il sangue, che solo dopo un rilascio dei muscoli può fluire più liberamente.
Per far fronte a questi problemi e per permettere un flusso sanguigno più scorrevole, il corpo delle vene è dotato da valvole, le cosidette valvole a nido di rondine, costituite da lembi di tessuto che escono dalle pareti. Queste valvole fanno in modo che non si verifichi un reflusso di sangue che la gravità tenderebbe ad assecondare. Oltre alle valvole anche le contrazioni dei muscoli delle gambe, per esempio quando camminiamo, fungono da forza importante per favorire il ritorno venoso. Questo meccanismo cessa di funzionare quando si sta per troppo tempo immobili, in tal caso la forza esercitata sarà retrograda tale da causare la fuoriuscita di fluidi (ecco perchè ogni tanto sentite i piedi troppo gonfi e affaticati). (Vedi anche: cos’è l’Ematocrito)
I capillari
Quello che c’è da dire su questo tipo di vasi è veramente poco; sono i più piccoli conosciuti, estremamente delicati, ma forti per gestire il loro compito più importante: fungere da ponte tra le arterie che trasportano il sangue fuori dal cuore e le vene che riportano il sangue al cuore. Le pareti sottili di questi vasi fanno in modo che sia più efficace l’ossigenazione con i tessuti adiacenti, oltre che passaggio anche di sostanze nutritive e prodotti di scarto. Nei capillari il sangue scorre molto più lentamente, anche perchè sono costituiti da un singolo strato di sottili cellule endoteliali. Sono talmente piccoli che si dice che i globuli rossi passino a fila indiana, talmente stretti che vengono strizzati per bene.
Vaso sanguigno: rottura
La rottura di un vaso sanguigno invece è ben evidente perché è anche visibile a occhio nudo, viene anche chiamato appunto ematoma: è una raccolta di sangue localizzata al dovuto a una contusione o in seguito ad un trauma. In tal caso il sangue che fuoriesce stanzia tra i tessuti provocando la macchia colorata e dolorante che almeno una volta nella vita ci siamo ritrovati. Le caratteristiche dell’ematoma si classificano in base al tipo di trauma subito. Il dolore può oscillare tra lieve e intenso/acuto. Un quadro più chiaro ci viene fornito anche dalle colorazioni, che indicano grossolanamente la tempistica di guarigione dell’ematoma. Infatti se è di lieve-media entità sfuma dal rosso al blu, e dal viola al giallo.
Ostruzione dei vasi sanguigni
L’occlusione (stenosi) dei vasi si sviluppa quando quest’ultimi si danneggiano a causa della formazione di placche che si formano all’interno del lume dovuto ad un eccessivo accumulo di colesterolo(vedi anche: Farmaco Colestiramina per l’equilibrio dei livelli di colesterolo nel sangue). Il caso clinico più spaventoso si verifica nel caso in cui i vasi interessati siano le coronarie, le arterie coronarie. Queste placche, appunto, vanno a restringere lo spazio adibito al flusso del sangue riducendone la quantità che arriva al cuore. La conseguente diminuzione del flusso sanguigno causa uno scarso nutrimento al muscolo cardiaco, che cesserà di funzionare bene.
Inizialmente la patologia è asintomatica, fino a quando non subentrano sintomi tipici, come l’angina o la mancanza di fiato, prevenibili semplicemente adottando uno stile di vita più sano.
Quale è la terapia farmacologica? Il trattamento medico si basa su:
- una terapia con antiaggreganti piastrinici, che hanno la funzione di bloccare l’avanzare della patologia impedendo alle piastrine di aggregarsi tra loro per coagulare.
- per rendere il sangue più fluido e favorire il lineare flusso sanguigno nei vasi vengono somministrati farmaci emoreologici.
- per incrementare la vascolarizzazione in periferia, vengono utilizzati vasodilatatori.
Vasculite: infiammazione dei vasi
Esatto, la vasculite è proprio un’infiammazione dei vasi sanguigni. Questo può verificarsi senza causa nota (vasculite primaria), per reazioni autoimmuni o in associazione ad un’altra condizione patologica (vasculite secondaria). La comparsa sembra sia correlata ad una reazione autoimmune, probabilmente innescata da un’infezione, un farmaco o da un’altra malattia. In alcuni casi l’origine è sconosciuta.
Può colpire le arterie, i capillari, le vene o una combinazione di essi. Inoltre può interessare una singola zona o l’intero vaso, come può riguardare una parte specifica del corpo o il complesso di vasi che irrorano un organo intero. Si manifesta però attraverso sintomi ben precisi quali:
- eruzioni cutanee
- debolezza
- febbre
- dolori addominali
- perdita di appetito
Per confermare la diagnosi, viene effettuata una biopsia su un campione di tessuto, con lo scopo di rilevare l’infiammazione dei vasi sanguigni. Qualora fosse presente l’infiammazione i trattamento che si suole consigliare è costituito da corticosteroidi e altri farmaci che vanno a sopprimere il sistema immunitario per diminuire i sintomi.
Come è possibile individuare tutte queste patologie?
Diciamo che la sezione specializzata è la chirurgia vascolare; qui sicuramente verrà effettuata eco-doppler venoso degli arti inferiori, che va ad identificare il tipo di origine del problema vascolare, che esso sia arterioso, venoso o misto. Proprio per la sua efficacia, oggigiorno viene molto sfruttato.
Eco-doppler: a cosa serve?
E’ un metodo di diagnosi non invasiva, capace di fornire dati rilevanti, e quindi anche la reale visualizzazione dei principali vasi sanguigni, così da poter conoscere anche il loro flusso sanguigno. Chiaramente, essendo non invasivo, al paziente stesso l’esame non arrecherà nessun tipo di fastidio o problema secondario, semplicemente perché si tratta di semplici immagini dei flussi venosi e arteriosi. Questo parametro è efficace anche nel riconoscimento di eventuale danneggiamento alle pareti dei vasi.