Il metodo Stamina? Poniamo fine alle discussioni.

analisi sangue

Negli ultimi anni si è molto sentito parlare del metodo Stamina, sul quale sono stati puntati i riflettori purtroppo si tratta di un trattamento inefficace e senza alcuna base scientifica, nato per sfruttare la disperazione di persone molto malate e disposte ad aggrapparsi a qualsiasi scintilla di speranza.

Il metodo Stamina è stato inventato nel 2006 da Davide Vannoni, laureato in Scienze delle Comunicazioni; dopo essere stato curato in Russia da un’emiparesi facciale di origine virale grazie all’uso di cellule staminali, si mette in contatto con la biologa che l’aveva curato, e crea una società avente sede prima a Torino, poi nella Repubblica di San Marino per sfuggire ai controlli restrittivi che l’Italia applica sui trattamenti a base di cellule staminali.

Il suo creatore rifiuta di svelare di cosa consista il suo trattamento

Vannoni si è sempre rifiutato di svelare nel dettaglio in cosa consistesse il suo “metodo”, e cosa contenesse esattamente il cocktail di farmaci e cellule che iniettava nei suoi pazienti; non ha mai pubblicato articoli su riviste scientifiche, né ha mai sottoposto la sua tecnica alla peer review della comunità medica internazionale.

Il suo rifiuto di fornire i dettagli sul metodo, unito anche ai dubbi riguardo alla sua reale efficacia, hanno fatto sì che la richiesta di brevetto avanzata negli Stati Uniti da Vannoni venisse rifiutata; in Italia invece la vicenda del metodo Stamina è ben più contorta e articolata.

Metodo Stamina: già nel 2009 una prima inchiesta

Nel 2009 infatti viene avviata la prima inchiesta in merito all’uso delle cellule staminali da parte della Re-Gene, la società fondata da Vannoni; il caso arriva all’attenzione della stampa e nel 2012 il “dottor” Vannoni e i suoi associati vengono rinviati a giudizio per una serie di reati, tra cui anche truffa e associazione a delinquere.

Metodo stamina: nel 2013 le Iene cavalcano l’onda mediatica

Ciò nonostante, nel 2013 il metodo Stamina torna alla ribalta grazie a Le Iene, programma televisivo contattato dai genitori di una bambina affetta da leucodistrofia metacromatica, il cui trattamento con il metodo Stamina in un ospedale pubblico era stato sospeso per decisione del Ministero della Salute. Le affermazioni dei genitori della bambina, che riportano un miglioramento delle sue condizioni, e il forte impatto emotivo della trasmissione provocano un’ondata di supporto per il metodo e per Vannoni: a maggio dello stesso anno la Camera dei Deputati approva l’avvio della sperimentazione clinica del metodo Stamina, stanziando 3 milioni di euro per i due anni successivi; tale sperimentazione è subordinata alla presentazione da parte di Vannoni della documentazione scientifica riguardante il suo metodo, presentazione che però non avviene mai.

La comunità scientifica internazionale mostra crescente preoccupazione per la decisione del Parlamento italiano di supportare un metodo del quale non si sa nulla: la rivista Nature, l’Agenzia Europea per i Medicinali e anche il premio Nobel per la medicina Shinya Yamanaka pubblicano articoli e comunicati a sfavore del metodo, e grazie a questa mobilitazione viene creata una nuova commissione formata da esperti a livello internazionale, volta a studiare il metodo Stamina per stabilire la possibilità di una sperimentazione.

Nell’ottobre 2014, tale commissione boccia all’unanimità la sperimentazione del metodo. Il 18 marzo 2015 Davide Vannoni patteggia una pena di 1 anno e 10 mesi, e si impegna a sospendere in Italia tutte le attività della Stamina Foundation.

Per anni Vannoni ha agito indisturbato, promettendo alle famiglie di persone gravemente malate una speranza in cambio di lauti pagamenti, tra i 20.000 e i 50.000 euro, ma nessun paziente curato con il metodo Stamina ha mai riportato miglioramenti oggettivi della sua condizione.

Ma come potevano famiglie già spezzate da una malattia, rese fragili dalle difficoltà, capire di stare andando incontro a una truffa?

Il metodo Stamina aveva dei punti in comune con le altre “cure miracolose” a cui, purtroppo, i malati e le proprie famiglie talvolta si affidano:

  • Il promotore della cura non è un medico: Vannoni, infatti, è laureato in scienze delle comunicazioni, e all’inizio creò una società con dei biologi.
  • Il metodo promette di curare malattie anche molto diverse tra di loro, dalla sclerosi multipla al morbo di Alzheimer.
  • Non ci sono pubblicazioni scientifiche e studi sul metodo proposto.
  • Il metodo è costoso, molto costoso e non viene mai (o quasi mai) applicato in strutture pubbliche.

Davide Vannoni non è il primo e non sarà l’ultimo truffatore a far leva sui sentimenti umani per ottenere un profitto economico: l’Italia, però, è stato l’unico paese a permettere e incoraggiare tale truffa, che prima di essere rivelata come tale ha avuto il pieno appoggio del Parlamento, ed è stata al centro dell’attenzione mediatica ottenendo un enorme supporto; di contro, gli Stati Uniti non gli hanno neanche concesso il brevetto.

Senza aggredire, giudicare o condannare nessuno, aggiungiamo alcune immagini che ci ricordano quanta emotività è circolata intorno a questo motodo. L’emotività, unita alla sfiducia verso le istituzioni italiane, alla voglia di aggrapparsi ad una speranza e alla disinformazione tutte assieme possono produrre danni enormi in casi simili. Spesso, trascinati nella foga della routine quotidiana, non dedichiamo il tempo sufficiente ad informarci ed emettiamo giudizi basati solo su emozioni. Giudizi che noi stessi ribalteremo una volta che ci siamo informati, ma nel mentre si deve fare i conti con tanta sofferenza.