Cos’è la rosolia e quando vaccinarsi contro la Rosolia? I dati epidemiologici che si sono registrati mettendo a confronto il periodo pre e post nascita dei vaccini, dimostrano un netto calo del numero dei casi nel corso degli anni. Risulta inequivocabile constatare che le vaccinazioni, col passare degli anni, abbiano migliorato significativamente l’insorgenza di numerose malattie, per le quali esiste tutt’oggi la vaccinazione. Numerose sono le vite umane salvate come numerose sono le malattie evitate,riuscendo così a ridurre la sofferenza della popolazione e migliorando la qualità della vita stessa. Uno dei vaccini che ha riportato più miglioramenti è proprio quello contro la Rosolia.
Rosolia: Cos’è?
La rosolia è una malattia di tipo infettivo esantematica causata dal virus Rubivirus, capace di trasmettersi da individuo infetto a persona sana suscettibile, per via aerea con le goccioline emesse da tosse, starnuti o anche semplicemente parlando. Le persone infette sono contagiose da 7 giorni prima a 7 giorni dopo la comparsa dell’esantema ma la massima contagiosità è da 1 a 5 giorni dopo l’esordio dell’esantema. Si manifesta solitamente con un’eruzione cutanea, tipiche piccole macchie rosse sulla pelle, simile a quelle del morbillo o della scarlattina, ingrossamento dei linfonodi al collo e talvolta la congiuntivite. Occasionalmente nei bambini si possono presentare piccole emorragie cutanee. Negli adulti può anche causare l’infiammazione delle articolazioni (reumatismi). C’è da dire, tuttavia che il 20%-50% dei casi non sviluppa alcun sintomo per cui è possibile essere esposti all’infezione senza saperlo.
Rosolia: sintomi
I sintomi più comuni della rosolia sono:
- Febbre lieve (<39.0ºC)
- Spossatezza
- Congiuntivite negli adulti
- Esantema maculopapulare
- Ingrossamento dei linfonodi. Questo precede l’inizio dell’esantema di 5-10 giorni.
Tendenzialmente è una malattia lieve ma riesce a diventare più pericolosa se contratta durante la gravidanza. Il virus infatti è in grado di attraversare la placenta e arrivare al feto, motivo per cui una donna in gravidanza deve prestare maggiore attenzione. Nonostante ciò, in Italia è considerata una malattia a denuncia obbligatoria ovvero: quando il medico sospetta un possibile caso di rosolia, è obbligato a segnalarlo all’ASL entro 12 ore. Per confermare la diagnosi di rosolia bisogna ricorrere ai soliti esami di laboratorio: esami sierologici (presenza di anticorpi IgM rosolia-specifici, comparsa ex novo o aumento significativo degli IgG specifici), analisi del sangue, identificazione virale in un campione clinico.
Rosolia: Vaccino
La vaccinazione contro la rosolia nasce proprio per proteggere i neonati che teoricamente non hanno la copertura del vaccino. Qualora la rosolia venisse contratta durante la gravidanza, in particolare nelle prime settimane, può provocare:
- aborto spontaneo
- morte intra-uterina
- gravi malformazioni fetali, che possono manifestarsi alla nascita
- problemi alla vista, all’udito (sordità)
- malformazioni cardiache e ritardo mentale
Per quanto riguarda il vaccino contro la rosolia, questo è costituito dal virus della rosolia vivo ma in forma attenuata in modo tale da renderlo inattivo e incapace di provocare la patologia, ma allo stesso tempo mantenendo attiva la sua capacità di stimolare gli anticorpi specifici. Per considerarsi efficace bisogna aspettare all’incirca due settimane; basta una singola dose per rendere immune il 95% degli individui. È stata la stessa OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) a raccomandare il vaccino della rosolia come “vaccino di routine”. La vaccinazione contro la rosolia può essere effettuata da sola oppure contemporaneamente a quella contro il morbillo, la parotite e la varicella (vaccino tetravalente o “quadruplo”). In ogni caso il vaccino viene somministrato con un’iniezione per via sottocutanea. La vaccinazione antirosolia viene raccomandata per tutti i bambini a partire a partire dagli 11 mesi fino ai 12 anni di età compresi. È anche strettamente raccomandata alle donne non immuni che hanno in programma un’eventuale gravidanza o che hanno da poco affrontato un parto, in modo tale da risultare protette in caso di infezioni future.
Rosolia: Quando vaccinarsi
Secondo quanto previsto dal Piano Nazione Prevenzione Vaccinale del 2017-2019, il ciclo vaccinale prevede 2 dosi da somministrare preferibilmente a 13 mesi e a 5-6 anni. Le possibili formulazioni dei vaccini contro la rosolia disponibili in Italia sono:
- tetravalente (morbillo-parotite-rosolia-varicella)
- trivalente (morbillo-parotite-rosolia)
Questa vaccinazione è fortemente raccomandata per tutti e obbligatoria fino ai 16 anni. Il vaccino antirosolia non deve essere somministrato nei seguenti casi:
- difetto del sistema immunitario dovuto a malattie o a terapie;
- gravi reazioni allergiche a elementi contenuti del vaccino o a precedenti somministrazioni dello stesso vaccino
Sicurezza e Controindicazioni
Tutt’oggi il vaccino è ben tollerato, tanto da avere come più comuni effetti collaterali il rossore e il gonfiore nel punto in cui viene somministrato, che comunque scompaiono rapidamente. Infatti la maggior parte delle persone che si vaccina non presenta reazioni avverse. Ovviamente, i vaccini, come qualsiasi farmaco, non sono esenti da eventuali rischi a seguito della vaccinazione anche se generalmente queste sono di lieve entità e si risolvono spontaneamente in pochi giorni. Solamente a distanza di qualche giorno dalla vaccinazione può comparire una leggera febbre. Le convulsioni, specialmente nei bambini che sono i soggetti più a rischio, si presentano veramente molto raramente, tranne nel caso in cui l’individuo non si sia infettato. A distanza di 1-3 settimane dalla vaccinazione, negli adulti e in casi molto rari, possono comparire dolori articolari che si risolvono in breve tempo.