Cosa sono i Granulociti Neutrofili e a cosa servono? Alti, bassi e cosa mangiare in caso di alterazione dei valori nelle analisi del sangue. Misurare i granulociti permette di prevenire patologie rischiose per l’organismo ma anche di monitorare la risposta dell’organismo in caso di chemioterapia o radioterapia. Vediamo cosa sono e perché è importante tenerli sotto controllo.
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ToggleGranulociti Neutrofili: Cosa sono?
I granulociti neutrofili fanno parte del gruppo dei leucociti.
[boxinformativo title=”Cosa significa il nome?”]Sono denominati granulociti per la presenza nel citoplasma di caratteristici granuli, mentre la denominazione “neutrofili” si riferisce al fatto che all’analisi citologica essi non si colorano con coloranti né acidi né basici.[/boxinformativo]
I granulociti neutrofili rappresentano tra il 40% ed il 60% dei leucociti presenti nel sangue ed originano dal midollo osseo, da una cellula staminale. La loro vita media è piuttosto breve: 7-10 ore nel sangue (dove si esplica la maggior parte della loro attività battericida) e fino a 72 ore nei tessuti, nei quali possono migrare in risposta a stimoli infiammatori (infezioni, stress, febbre).
La loro caratteristica principale è il nucleo multilobato (2-7 lobi) i cui lobi sono uniti tra loro da filamenti visibili al microscopio. Al termine della maturazione (ovvero nei granulociti “giovani”) i lobi sono 2, mentre i granulociti più vecchi ne hanno fino a 7.
Granulociti Neutrofili Alti
La presenza di un numero elevato di granulociti neutrofili è denominata neutrofilia ed è una delle cause più comune di leucocitosi (aumento del numero totale di leucociti). Queste sono le prime cellule a rilevare la presenza di batteri quindi il loro aumento è sintomo di infezioni batteriche, fungine e da protozoi. La neutrofilia può essere anche dovuta all’infiammazione acuta causata da problemi:
- cardiaci
- appendicite
- tumori maligni
- malattie infiammatorie croniche
- malattie autoimmuni
- anemia (emorragica, emolitica, megaloblastica)
Granulociti Neutrofili Bassi
La neutropenia (valori bassi di granulociti neutrofili) può essere sia congenita sia acquisita. Le cause delle forme acquisite sono spesso infezioni virali (varicella, influenza, morbillo, mononucleosi, rosolia), farmaci immunosoppressori, alcune tipologie di batteri (tifo, brucellosi, tubercolosi), malattie ematologiche, alcolismo, malnutrizione, esposizione a radiazioni ionizzanti. La neutropenia può esporre ad infezioni anche gravi, considerata l’importanza di queste cellule nella prima risposta alle infezioni e la loro prevalenza nella formula leucocitaria.
[boxinformativo title=”Approfondimento”]
I valori percentuali possono variare anche in risposta a stati transitori (gravidanza, parto, interventi chirurgici, sforzi molto intensi, dolore, stress).
Granulociti Neutrofili: A cosa Servono?
La loro funzione è eliminare sostanze estranee, cellule senescenti/trasformate ed agenti patogeni mediante la fagocitosi, un meccanismo che consiste nell’inglobare all’interno della cellula le sostanze da distruggere e nell’eliminarle mediante enzimi specifici. Bersagli sono soprattutto batteri e funghi che vengono eliminati mediante diverse strategie (fagocitosi, rilascio di enzimi tossici).
Questa classe di leucociti è in grado di muoversi in risposta a sostanze prodotte da altre cellule immunitarie, in modo da spostarsi nel sito di infezione con estrema precisione (movimento di chemiotassi). Esaurita la loro funzione microbicida, i granulociti neutrofili muoiono: sono infatti i costituenti principali del pus. Questi, inoltre sono in grado di rilasciare molecole pirogene (da che agiscono direttamente sull’ipotalamo, aumentando la temperatura corporea (febbre) in maniera tale da rendere l’ambiente sfavorevole alla sopravvivenza dei patogeni.
[boxinformativo title=”Curiosità”]
Il citoplasma dei granulociti neutrofili è ricco di enzimi (idrolasi, fosfatasi, perossidasi, lisozima, lattoferrina), sostanze fortemente acide o basiche che eliminano i corpi estranei ma solo all’interno di specifici compartimenti nel citoplasma, per evitare di danneggiare la cellula stessa.
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Misurare il numero dei di queste cellule (nella formula leucocitaria) permette di valutare lo stato di salute dell’organismo, monitorare la progressione di alcune patologie e controllare la risposta a trattamenti medici come la chemioterapia e la radioterapia.