Meglio una dieta con meno grassi o carboidrati?

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In breve, una dieta con meno grassi o carboidrati

[perfectpullquote align=”left” bordertop=”false” cite=”” link=”” color=”” class=”” size=””]Uno studio ha evidenziato che per alcune persone è più efficace una dieta con pochi grassi, per altre con pochi carboidrati e sembra che questo sia legato al DNA.[/perfectpullquote]

Sovrappeso e obesità, le vere malattie del 21esimo secolo

I Paesi appartenenti all’emisfero occidentale ad alto reddito consumano e sprecano troppo cibo, molto più di quanto non basterebbe per mantenere agli abitanti in salute. Al contrario del terzo mondo, dove sono la denutrizione e le malattie infettive a mietere vittime, l’Occidente deve fare i conti con ictus, infarto, diabete, disturbi cardiovascolari: malattie strettamente legate al sovrappeso e che in Italia uccidono ogni anno 50 mila persone.

L’obesità e il sovrappeso sono malattie di rilevanza mondiale perché causano l’aumento dell’incidenza di patologie croniche metaboliche e cardiovascolari, insieme al fumo ed all’alcol. Problema etico? Non solo: ogni anno 2 milioni di cittadini muoiono per malattie legate alla dieta, mentre si calcola che entro il 2025 un adulto su tre soffrirà di ipertensione e ciò costerà ai sistemi sanitari europei oltre 192 miliardi di euro all’anno.

L’effetto della dieta dipende da caratteristiche genetiche?

Per contrastare l’aumento di peso le persone tendono a mettersi a

Studi sulla tendenza a perdere peso effettuati su gruppi che seguivano entrambe le diete hanno rivelato che: 

[perfectpullquote align=”full” bordertop=”false” cite=”” link=”” color=”” class=”” size=””]Nessuna delle due è migliore per perdere peso[/perfectpullquote]

Ma soprattutto che

[perfectpullquote align=”full” bordertop=”false” cite=”” link=”” color=”” class=”” size=””]All’interno di uno stesso gruppo erano osservabili ampie variazioni da individuo ad individuo: mentre alcuni soggetti avevano perso fino a 25 chili, altri – che avevano seguito la stessa dieta – ne avevano presi più di 5.[/perfectpullquote]

Sulla base di questi dati è stato ipotizzato che ci fossero fattori individuali che permettevano ad alcuni individui di dimagrire di più rispetto ad altri.
Queste differenze probabilmente comprendono fattori genetici ed ormonali, fattori che sono stati studiati in modo più approfondito in alcuni lavori scientifici retrospettivi.

In una di queste ricerche sono stati scelti soggetti nei quali la presenza di alcuni polimorfismi sui geni PPARG, ADRB2 e FABP2 suggerivano differenze nel metabolismo dei grassi e dei carboidrati. Cosa sono i polimorfismi? Si tratta di differenze a livello della sequenza nucleotidica dei geni presenti nella popolazione in percentuale superiore all’1% (al di sotto di questa percentuale si parla di varianti genetiche rare). I polimorfismi non determinano differenze patologiche ma possono conferire ad un individuo un vantaggio (ad esempio una migliore efficienza di un enzima) oppure uno svantaggio, senza però che questo si traduca effettivamente in una patologia.

Esistono malattie nelle quali una sola base mutata è sufficiente a dare una patologia (ad esempio l’anemia falciforme), ma in tal caso si ha una mutazione e non un polimorfismo. Quando il polimorfismo riguarda una singola base azotata (G, C, A o T) si parla di polimorfismo di singolo nucleotide (Single Nucleotide Polymorphism). Spesso è sufficiente un solo SNP per far sì che un gene che, come in questo caso, controlla il metabolismo o la secrezione insulinica, sia attivo in maniera maggiore o minore.

I geni PPARG, ADRB2 e FABP2 sono tutti coinvolti, a diverso titolo, nel metabolismo e nella processazione dei lipidi a livello intracellulare oltre che nella risposta ormonale. In particolare PPARG è un gene che codifica per un recettore che regola il deposito dei lipidi ed il metabolismo del glucosio; questo recettore rappresenta il bersaglio terapeutico di farmaci per trattare il diabete ed è stato osservato che topi privati del recettore codificato da PPARG non erano in grado di generare tessuto adiposo nemmeno con diete ricche di grassi. Il gene ADRB2 codifica per un recettore beta-adrenergico a cui si legano neurotrasmettitori, ormoni e catecolamine come l’adrenalina, mentre FABP2 è un gene il cui prodotto regola il trasporto ed il metabolismo intracellulare di acidi grassi a lunga catena.

In tutti questi geni sono stati identificati polimorfismi a singolo nucleotide (SNP) con diversi effetti. In alcuni studi retrospettivi stato osservato che

Soggetti che presentavano particolari polimorfismi di singolo nucleotide (SNP) dimagrivano maggiormente con una dieta a basso contenuto di grassi o di carboidrati, rispetto a soggetti (con gli stessi polimorfismi) che seguivano il regime alimentare opposto.

Es.

  • SNP di un tipo? Funziona meglio la dieta con pochi carboidrati
  • SNP dell’altro tipo? Funziona meglio la dieta con pochi grassi

Lo stesso studio ha dimostrato che anche la dinamica di rilascio dell’insulina può incidere sulla perdita di peso: soggetti che presentavano maggiore resistenza all’azione dell’insulina avevano più successo con diete a basso contenuto di carboidrati, a causa della diminuzione della domanda di insulina conseguente all’introduzione di glucidi.

Uno studio per comprendere le differenze intrinseche ed il loro impatto sul dimagrimento

Da molto tempo ci si chiede se sia vero che alcune persone possiedano caratteristiche genetiche e/o ormonali peculiari, tali da permettergli di dimagrire più velocemente di altre seguendo lo stesso regime alimentare.
In poche parole, c’è qualcuno che ha la “fortuna” di possedere un assetto genetico favorevole al dimagrimento?

L’Università di Stanford ha pubblicato su Journal of the American Medical Association uno studio nel quale venivano analizzati un insieme di 3 genotipi basati sui polimorfismi di singolo nucleotide, e differenze nella secrezione basale di insulina nel sangue, dopo 30 minuti dall’ingresso di glucosio:

600 soggetti tra 18 e 50 anni, con BMI tra 28 e 50, sani, sono stati genotipizzati e sono stati loro misurati i livelli di insulina ed altri parametri.
I partecipanti sono poi stati divisi casualmente in due gruppi che avrebbero seguito le due diete diverse:

  • basso contenuto di carboidrati
  • basso contenuto di grassi

Tra i locus genotipici utilizzati erano compresi due SNP del precedente studio (PPARGe ADRB2) ed i genotipi sono stati raggruppati per essere più sensibili ai grassi, ai carboidrati oppure a nessuno dei due.

Purtroppo, nonostante il background promettente ed i numerosi soggetti analizzati, i risultati dello studio hanno rivelato che non vi era nessuna perdita di peso significativa tra i gruppi che avevano seguito una dieta sana a basso contenuto di carboidrati oppure di grassi; inoltre, nessuno dei due genotipi presi in considerazione né la secrezione basale di insulina sono risultati avere relazioni con la perdita di peso, in nessuno dei due gruppi.

È probabile che altri locus genetici siano responsabili di differenze nella capacità di metabolizzare grassi, carboidrati ed altri macronutrienti, ma per individuare tali differenze sono necessari studi più approfonditi e corroborati da ulteriori dati. (Vedi anche: Dieta del Riso Scotti Dietidea)

Vedi anche: