Vitamina D: Carenza, Benefici, Integratori e Cibi che la contengono

Vitamina D

La Vitamina D con i suoi benefici ma anche le problematiche relative alla carenza: in questo caso integratori o i giusti alimenti e cibi da assumere sono di estrema importanza. Andremo ad analizzare, infatti, le caratteristiche e le funzioni di questa vitamina e il perché è considerata di estrema importanza per la nostra salute.

Già dal titolo si può intuire che la Vitamina D è molto più che una semplice vitamina. Innanzi tutto per Vitamina D si intende quel gruppo di pro-ormoni liposolubili, di cui fanno parte anche altre 5 vitamine: vitamina D1, D2, D3, D4 e D5. Viene considerata “vitamina” perché una sua assunzione insufficiente potrebbe determinare delle situazioni di carenza che potrebbero scaturire seri danni per l’organismo. Questo gruppo di secosteroidi immuno-regolatori, sono indispensabili per l’assorbimento intestinale di diversi minerali, come calcio, magnesio e fosfato.

Vitamina D

Vitamina D: Cos’è?

La Vitamina D è una vitamina liposolubile che ha la funzione principale di regolare il metabolismo del calcio; ed è anche difficile rintracciarla negli alimenti. Mentre il nostro organismo la sintetizza meglio attraverso l’assimilazione dei raggi solari. Si possono evidenziare due forme di vitamina molto importanti:

  • Vitamina D3, anche conosciuta come calciferolo, che viene sintetizzata dalla pelle in seguito all’esposizione ai raggi solari.
  • Vitamina D2, che viene anche denominata come ergocalciferolo, derivante da fonti vegetali. Questa forma viene assunta tramite la dieta.

Entrambe le forme, verranno convertite in calcitriolo, ovvero la forma ormonale più attiva. Per anni, numerosi studi, le hanno attribuito il solo compito di collaborare con le terapie per l’osteoporosi e con quelle del rachitismo. Col passare degli anni e con il migliorarsi delle ricerche, la vitamina D, si è scoperto servisse per regolare il metabolismo del calcio nelle ossa. Partendo dal colesterolo, nella pelle avviene il processo endogeno di sintesi della Vitamina D. Processo che si serve dei raggi solari per convertire il colesterolo in colecalciferolo, ovvero la forma di vitamina D non integrabile con la dieta, se non con pochi alimenti selezionati. Pensare all’impatto che questo pro-ormone può avere sulla nostra salute è una grande svolta per quanto riguarda la prevenzione e le cure di molte malattie.

Da dove proviene la Vitamina D?

Circa il 90% di tutta la vitamina che viene assorbita dal nostro corpo, proviene dall’esposizione alla luce dei raggi solari. Solo il piccolo 10%, invece, viene integrato con il cibo che consumiamo. La forma di vitamina D2 proviene dagli alimenti di orgine vegetale, a differenza della D3 che deriva da alimenti di orgine animale. Quest’ultima inoltre trova la sua massima produzione a livello della pelle, precisamente dai cheratinociti, che utilizzano i raggi UVB per effettuare delle trasformazioni chimiche necessarie per la sintesi di Vitamina D3.

Nascono come forme inattive, il loro scopo è essere attivate per poter essere sfruttate nel corpo. Entrambe, colecalciferolo e ergocalciferolo, una volta prodotte, vengono trasportate nel fegato dove vengono trasformate nella loro forma attiva, grazie anche a precisi processi enzimatici, che avvengono nei reni, che producono calcitrolo.

E allora in tutto ciò, che ruolo ha il calcio già presente nel nostro corpo? Tutte queste trasformazioni sono dipendenti dalla calcemia, i livelli di calcio nel siero del sangue, rilevabile tramite analisi del sangue. Ecco perché bisogna avere più attenzione per i livelli di calcio nel’organismo, in quanto quest’ultimo è importante che resti all’interno di un range, entro cui si è certi che la vitamina assunta verrà poi riutilizzata.  

Vitamina D: Benefici

I benefici della Vitamina D sono molti e, da ciò che abbiamo visto in precedenza, è di estrema importanza per la nostra salute. Viene, innanzi tutto, definita paratormone, proprio perchè esplica la sua azione su organi e apparati, come fa un vero e proprio ormone. Il calcitrolo prodotto nei reni, circola nel sangue come un vero ormone, esercitando le sue attività di regolazione dell’omeostasi e del metabolismo del calcio e del fosfato. Dunque, la Vitamina D, contribuisce a:

  1. promuovere la crescita e il rimodellamento osseo che peggiora con l’avanzare dell’eta
  2. funzioni neuromuscolari e a immunitarie, oltre a ridurre lo stato infiammatorio
  3. controllo della salute dei denti: noi sappiamo che i denti, più precisamente lo smalto, è costituito da una serie di minerali come calcio, sodio e fosforo che promettono robustezza al dente stesso. Nell’infanzia, l’apporto di calcio, integrabile con la dieta, risulta necessario per la costituzione di un tessuto sano, capace di contrastare l’aggressione dei batteri che generano le carie. Recenti studi hanno dimostrato che una carenza di vitamina D possa rendere i denti più suscettibili alle carie oltre che renderli più fragili. Qui la vitamina D agisce sfruttando il suo potere antiinfiammatorio e immunostimolante.
  4. attivare il sistema immunitario, che si occupa di proteggere l’organismo dagli attacchi dei patogeni
  5. prevenzione delle malattie respiratorie: raffreddore, influenza ecc…
  6. diagnosi di tubercolosi: molte sono state le ricerche che hanno confermato che i pazienti affetti da tubercolosi seguivano una terapia mirata all’esposizione dei raggi solari, anche in montagna e in luoghi ben arieggiati. Solo in seguito si attribuì il merito alla stimolazione dei raggi solari che inducevano la produzione di questa vitamina.
  7. controllo sui tumori: in sede di laboratorio si è dimostrato che la vitamina D sia in grado di rallentare l’avanzamento e lo sviluppo del tumore, frenando la crescita delle cellule oltre che regolare la morte programmata (apoptosi). Non a caso le persone che hanno alti livelli di questa vitamina nel sangue hanno una probabilità molto inferiore di incontrare un cancro al colon.

Se la carenza di vitamina D è un problema che interessa la stragrande maggioranza della popolazione, lo stesso si può dire sulla questione sovrappeso. Tralasciando le patologie connesse all’obesità, e l’alimentazione sana o l’attività sportiva, servirà qualche altro alleato alla salute. Qui subentra la vitamina D. E’ dimostrato che l’eccessivo grasso può causare una carenza di vitamina D. In parole povere, una carenza di vitamina D, assecondata da uno stile di vita scorretto, può portare ad un aumento di peso. 

Vitamina D benefici e carenza

Carenza di vitamina D

La carenza di Vitamina D, è anche chiamata ipovitaminosi D. E’ un problema che accomuna una grande percentuale di popolazione, soprattutto quella europea. Lo studio conferma che circa l‘80% degli uomini e il 91% delle donne risentono di questa carenza. Una grande fetta della popolazione mondiale passa le sue giornate a lavoro, che solitamente viene praticati in ufficio o in luoghi chiusi, senza avere il minimo contatto con il sole, oggetto fondamentale per la formazione di vitamina D. Inappropriati livelli di vitamina D, incidono in modo negativo sulla calcificazione delle ossa, con conseguente rachitismo nei bambini e deformazioni osse o osteomalacia (ovvero quando l’osso esterno appare integro ma all’interno vi è un contenuto insufficiente di minerale che forma la struttura). Per diagnosticare un’eventuale mancanza, i medici consigliano di effettuare gli esami ematici di routine, attraverso i quali è possibile rilevare i livelli di calcidiolo.

Fattori di rischio

Ad aumentare il rischio di incorrere in questa patologia sono diversi fattori:

  • Il fumo, perchè altera il metabolismo della vitamina D
  • Età, perchè proprio con l’età, a causa dell’invecchiamento, la pelle perde la sua attività di rigenerazione
  • Il peso, perchè il tessuto adiposo tende a catturare tutta la vitamina D, riducendo così la disponibilità in circolo.
  • Farmaci specifici come anticonvulsivanti
  • L’alcool riduce l’assorbimento intestinale della vitamina
  • Il latte materno ha poca vitamina D, per questo motivo il periodo dell’allattamento per la madre è critico. (Vedi anche le fasi della gravidanza mese per mese)

Sintomi

Diciamo che l’ipovitaminosi D tende a manifestare i propri sintomi solo quando i suoi livelli sono estremamente bassi. I sintomi più importanti sono:

  • Dolore alle ossa e alle articolazioni
  • Affaticamento muscolare
  • Stanchezza generalizzata
  • Problemi intestinali
  • Stati di depressione e tristezza
  • Ipertensione
  • Unghie che si spezzano con più facilità
  • Aumento di peso
  • Sudorazione aumentata

Terapia con i cibi che la contengono

La terapia si basa sul ripristino dei livelli norma della vitamina D e, quindi, anche con l’assimilazione dei cibi che la contengono. Quindi sarà una cura mirata a contrastare anche un’eventuale drastico calo. Oltre al regime dietetico più sano, che va rispettato in qualsiasi caso, si consiglia di assumere tutti quegli alimenti che contengono la “vitamina del sole” . E’ una vitamina difficile da trovare in grande quantità in molti alimenti; infatti l’unica fonte alimentare è l’olio di fegato di merluzzo, che dal nome, non è invitante affatto.

Altri alimenti sono:

  • Latte
  • Uova
  • Olio di pesce
  • Salmone, trota, aringa
  • Funghi porcini

Si adopera per cosi dire, una terapia causale: se la causa della carenza è dovuta, per esempio, a una scarsa esposizione al sole, chiaramente il medico consiglierà di riadattare la quotidianità ai bisogni e quindi di cambiare stile di vita, magari esponendosi al sole per 20 minuti senza crema protettiva. (Vedi anche: La dieta Mediterranea)

Terapia con integratori di Vitamina D

Nella maggior parte dei casi però il medico consiglierà di utilizzare integratori specifici. Questi integratori contengono solitamente alimenti fortificati, ovvero alimenti di uso quotidiano. Questi serviranno a integrare la vitamina quando non è possibile esporsi al sole, come avviene in inverno. Di integratori ce ne sono diversi, per cui è bene rivolgersi al proprio medico di fiducia che possa consigliare il migliore in base alle sue esperienze. Quelli che sono più quotati sul mercato, sono:

Integratori di Vitamina D

Eccesso di vitamina D

E’ possibile anche questo: i casi di tossicità da vitamina D non sono pochi. La soglia che delimità il rischio di tossicità non è stato ancora stabilita, tuttavia si pensa che il rischio incorra quando si sforano i 100 100 μg al giorno. L’ipervitaminosi è una condizione patologica dovuta a un eccesso vitaminico, che va a provocare un’intossicazione. Un eccesso di vitamina D, può causare inappetenza, mal di testa, calcificazione dei tessuti non ossei.

I sintomi

Se la dose quotidiana di vitamina D che ci siamo prefissati in precedenza, pari a 400UI, dovesse aumentare, la vitamina può risultare altamente tossica per l’organismo, scaturendo in problemi ben più seri. I primi sintomi di un’elevata dose sono:

  • diarrea
  • vomito
  • perdita di appetito
  • mal di testa
  • debolezza muscolare
  • spasmi muscolari
  • mineralizzazione dei tessuti con conseguente calcificazione degli stessi.
  • formazione di calcoli renali
  • nel bambini si manifesta con iperattività

Cosa fare?

Nel caso in cui si dovesse verificare questa situazione, si consiglia di interrompere immediatamente l’alimentazione mirata, oltre che l’esposizione al sole e l’uso di integratori. In seguito si può decidere di eliminare o anche ridurre la quantità di alimenti contenenti la vitamina, in particolare: il latte, il burro; il fegato e i grassi animali, pollo,  anatra e tacchino. Anche i vari tipi di cereali.

In fondo, in questi ultimi anni, nonostante i passi da gigante della scienza in alcuni ambiti, la ritroviamo rassegnata invece su altri fronti, come nel caso di molte patologie. Si parla sempre meno di prevenzione. Spesso si tende ad analizzare la Vitamina D solo nell’ambito del calcio. Seppur in piccola percentuale, parte del nostro DNA è regolato da questa vitamina, che ha forte influenza sull’espressione genetica. Grazie alla vastità di recettori con cui essa riesce a legarsi, ha la capacità di agire su geni associati a una particolare patologia: sclerosi multipla, artrite reumatoide, morbo di Crohn, diabete di tipo 1. Certo non deve passare come l’elisir miracoloso, ma sicuramente è considerabile come un otimo alleato per rivoluzionare la propria salute.

Fabbisogno giornaliero

Premettendo che il livello di vitamina D è rilevabile tramite analisi del sangue, il valore fisiologico, invece, può variare da 10-30 mg/ml. Chiaramente il fabbisogno giornaliero varia a seconda dell’età. Infatti un deficit di Vitamina D è abbastanza comune soprattutto tra gli anziani e i bambini, perchè sono proprio loro che trascorrono minor tempo all’aria aperta e vengono a minor contatto con i raggi del sole. Diciamo che in condizioni normali, ovvero è possibile l’esposizione al sole, i livelli sono:

  • Neonati: 10-25 µg
  • Bambini: 10 µg
  • Ragazzi: almeno 15 µg
  • Adulti: 0-10 µg
  • Anziani: 15 µg
  • Donna in gravidanza: 10 µg

Sebbene i valori variano da persona a persona, è consentito dire che il bisogno di vitamina D è pari a 400 UI al giorno. Questo considerando la possibilità di esporre la pelle al sole per almeno 15 minuti.

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