Anisocitosi: Cos’è? Cause, Sintomi, Diagnosi e Cure

Anisocitosi

Anisocitosi: cos’è? Le cause, i sintomi, la diagnosi, cure e trattamenti in caso di alterazione dei valori. Con il passare degli anni, la medicina moderna ha fatto passi da gigante, riuscendo a scoprire molte più malattie legate al sangue. La maggior parte di queste, si è studiato, derivassero proprio da un’anomalia dei globuli rossi. Quella di cui tratteremo oggi è l’anisocitosi.

Anisocitosi: cos’è?

E’ un termine medico utilizzato per indicare un’anomalia del sangue periferico dovuta a una diversa dimensione di globuli rossi (eritrociti o emazie), appunto una forma irregolare. Questa condizione viene attribuita solitamente a particolari forme di anemia, anche se può essere dovuta anche a patologie di diverso tipo o situazioni fisiologiche specifiche per l’individuo. Rispetto alle anomalie già incontrate, quali microcitosi ( globuli rossi di dimensioni ridotte rispetto alla norma) e macrocitosi (globuli rossi di dimensoni aumentate rispetto alla norma), l’anisocitosi è un termine molto generalizzato.

La definizione esatto corrisponde a: contemporanea presenza di globuli rossi di differente dimensione all’interno del circolo ematico periferico, spesso con differente grado di emoglobinizzazione.

I globuli rossi

Giusto per accenare brevemente i soggetti della patologia; Quello che si sa è che sono le cellule sanguigne deputate al trasporto dell’ossigeno dei vari distretti corporei, che sono appunto 11. Ovviamente la loro funzione è rapportata alla dimensione e alla quantità di cellule presenti. Normalmente assumono la forma di disco biconcavo che si estende per un diametro di 7-8 micron. Alterazioni di queste condizioni provocano le diverse forme di anemia che vengono diagnosticate attraverso vari parametri presenti nell’esame emocromocitometrico.

Quindi la conseguenza dell’anisocitosi, olte a vedere un’anomalia di forma e dimensione negli eritrociti, è anche un difetto di contenuto di emoglobina, che in base alla forma della cellula, può variare.

Anisocitosi: Cause

Le cause attribuite ad anisocitosi, come già detto, sono numerose; in alcuni casi l’origine è da collegare a problematiche con la sfera fisiologica, più precisamente a un cambiamento di alimentazione, in alti casi la scintilla scatenante è proprio una malattia.

Può dipendere da:

  • Una mancata o difettosa eritropoiesi, ovvero il processo di formazione dei globuli rossi (eritrociti)
  • Carenza di ferro, importante a livello emoglobinico
  • Anemia falciforme
  • Anemia megaloblastica
  • Anemia sideroblastica: è un’anemia caratterizzata da dal non adeguato utilizzo del ferro disponibile nell’organismo. L’individuo presenta un quantitativo di ferro adeguato, ma il problema è che non riesce a integrarlo nell’emoglobina
  • Macrocitosi e Microcitosi
  • Carenza di vitamina B12
  • Epatopatie croniche, ovvero patologie a carico del fegato, anch’esso organo eritropoietico.
  • Chemioterapia
  • Anemia mielodisplastica: dovuta a un difetto del midollo osseo che lo rende incapace di produrre nuovi globuli rossi
  • Anemia mediterranea o talassemia, causata a sua volta da un difetto genetico della formazione dell’emoglobina.
  • Disturbi della tiroide
  • Malattie cardiovascolari
  • Cancro e tumore
  • Infiammazioni croniche (artrite reumatoide, morbo di Chron)
  • Infezioni croniche (tubercolosi, malaria…)

Condizioni di anisocitosi possono verificarsi anche a seguito di trasfusioni di sangue.

Esistono però altre causa di origine fisiologica come:

  • Ipovitaminosi A
  • Ipovitaminosi di vitamine B, specialmente vitamina B12 e vitamina B6(o piridossina)
  • Carenza di folati, in quanto l’acido folico è estremamente importante per la sintesi del DNA, e per la crescita e sviluppo delle cellule.
  • Dieta povera di proteine

Anisocitosi: Sintomi

I sintomi e le manifestazioni cambiano a seconda della causa che l’ha scatenata. Partendo dal presupposto che, come abbiamo già spiegato, il compito principale dei globuli rossi è quello di trasportare l’ossigeno per tutto l’organismo; quando si verifica anisocitosi, i globuli rossi di diversa dimensione hanno difficoltà a svolgere questa funzione, quindi si avrà un deficit di ossigeno e sostanze nutritive. E’ una condizione che influisce particolarmente per l’intero sistema fisiologico comportando:

  • Pallore della cute specialmente nella zona del viso
  • Astenia
  • Affaticamento e debolezza
  • Palpitazioni e tachicardia
  • Tempertura corporea in netto calo
  • Perdita di appetito
  • Senso di nausea
  • Mal di testa
  • Vertigini e capogiri
  • Dispnea, difficoltà nella respirazione
  • Rffreddamento persistente degli arti

Diagnosi

Come viene stabilita la diagnosi? Problemi a livello sangugino vengono diagnosticate grazie ai soliti esami del sangue di routine. Talvolta però la diagnosi può avvenire in modo del tutto causale in quanto molti individui non presentano manifestazioni cliniche. Il primo step sono le indagini di laboratorio attraverso gli strumenti adatti quali le analisi del sangue, che possono essere anche effettuate in autonomia (autoanalisi del sangue). Esse comprendono:

  • Esame emocromocitometrico
  • Conta dei globuli rossi (RBC), generalmente diminuita nell’anemia microcitica.
  • Indici eritrocitari che forniscono indicazioni sulla forma e dimensione dei globuli rossi (a seconda anche di tipi di anemie esistenti) e dell’emoglobina. I principali sono: MCV (Volume Corpuscolare Medio) che stabilisce le dimensioni degli eritrociti, MCHC (Concentrazione Emoglobinica Corpuscolare Media) che fornisce indicazioni sul quantitativo di globuli rossi rapportato al conenuto di emoglobina al loro intenro, MCH (Emoglobina Corpuscolare Media) importante per stabilire il contenuto di emoglobina presente all’interno di un singolo globulo rosso.
  • Conta dei reticolociti ovvero il numero dei globuli rossi ancora non maturati
  • Piastrine, Leucociti e formula leucocitaria
  • Ematocrito (Hct) che è il quantitativo di sangue rappresentato dagli eritrociti.
  • Variabilità delle dimensioni dei globuli rossi nel sangue attraverso il parametro RDW
  • Striscio di sangue per controllare la microscopia della cellula
  • Sideremia e ferritina 
  • Bilirubina

Ovviamente, anche una minima alterazioni di questo numeroso materiale può allarmare il medico che decidera, se avrà la certezza, di procedere con le cure o di continuare a effettuare accertamenti. (Vedi anche: L’importanza della Vitamina C)

Anisocitosi: Cure

Per quanto riguarda il trattamento da seguire, una volta avuta la conferma di diagnosi di anisocitosi, questo varierà a seconda della causa e delle ulteriori alterazioni fisiologiche scaturite dalla malattia. Il primo impegno è quellodi andare a tenere sotto controllola sintomatologia che, nella maggior parte dei casi, può comportare problemi nella vita quotidiana della persona.

In presenza di formi più lievi e transitorie, l’anisocitosi solitamente non provoca disturbi esagerati alla qualità della vita. In questi casi il medico sicuramente prescriverà l’assunzione di integratori, via orale, di vitamina B12 e B6, oltre che di acido folico (specie nelle donne in gravidanza) per aumentare la produzzione di normociti. Nei casi più difficili da gestire si ricorrerà all’integrazione di ferro via endovena o anche oralmente e di vitamina C.

Quando la situazione raggiunge i livelli più gravi si effettueranno trasfusioni di sangue, splenectomia o trapianto di midollo osseo o cellule staminali.

Anisocitosi in gravidanza

E’ importante per una donna in gravidanza, tenere sotto controllo il proprio stato di salute generale, per salvaguardare non solo se stessa ma anche il bambino.

In gravidanza, a differenza di quanto si pensi, è molto frequente la condizione di anemia, che comporta una forte carenza di ferro nell’organismo. La causa di anisocitosi in gravidanza è dovuta proprio a queste patologie, che devono essere tempestivamente risolte per non rischiare di creare problemi al feto (danni al midollo spinale o mancato sviluppo nervoso). Solitamente in questi casi i medici consigliano alle donne di aumentare la dose di ferro o assumendo un maggior quantitativo di minerale attraverso una dieta bilanciata o attraverso integratori specifici.